Croccante, dolce con una leggera punta amarognola, il radicchio trevisano tardivo è una prelibatezza che si gusta cruda, alla piastra, al forno o nei risotti, insomma versatile al punto da risultare ottimo anche come farcitura delle carni bianche.
E' una varietà di cicoria caratterizzata da una costola centrale completamente bianca e foglie lunghe e strette di colore rosso scuro con nervature. Esistono due varianti, il radicchio precoce, meno pregiato, con foglie larghe e più amare e quello tardivo Igp coltivato nelle province di Treviso, Padova Venezia.
Il radicchio trevisano tardivo viene raccolto a partire dai primi di novembre solo dopo che ha subito due brinate, successivamente viene legato in mazzi e immerso con la radice in acqua (prelevata a 200 mt di profondità ricca di minerali importanti) ad una temperatura attorno ai 12-15 gradi centigradi per 15-20 giorni. Questo è il processo di imbianchimento, l'assenza di luce impedisce la produzione di clorofilla mentre l'acqua favorisce il processo vegetativo, da qui derivano la colorazione caratteristica e il sapore. Una volta ottenuti i nuovi germogli subisce un processo di preparazione, viene poi confezionato ed è pronto per raggiungere il mercato della distribuzione.
Il radicchio rosso di treviso ha notevoli proprietà organolettiche, ricco di antiossidanti, antociani, rallenta il processo di invecchiamento cellulare, aiuta a ridurre il colesterolo, è benefico per la salute dell'intestino, ricco di ferro, calcio, vitamine A, B 1 e B 2. Ha un alto contenuto di acqua e fibre, insieme ai principi amari esercita azione depurativa e favorisce la digestione, essendo ipocalorico è indicato nelle diete.
Cenni storici
Pare che esistano testimonianze di coltivazioni del radicchio rosso risalenti al cinquecento, in modo particolare nel quadro "Le Nozze di Cana" di Leandro Da Ponte sono rappresentati dei cesti contenenti questo ortaggio (in basso a sinistra).
Una leggenda narra di alcuni semi lasciati cadere dal becco di alcuni uccelli sul campanile del paese di Dosson di Casier, in provincia di Treviso. I frati li raccolsero e iniziarono a coltivarli producendo il radicchio rosso.
Secondo altre fonti le tecniche di imbianchimento che permettono di trasformare una comune cicoria dal gusto amaro nel radicchio dolce è dovuta al vivaista Francesco Van De Borre che giunse in Italia nel 1870 trasmettendo le tecniche usate in Belgio.
L'unica prima fonte documentabile storicamente risale al al 20 dicembre del 1900 quando venne realizzata la prima Mostra del Radicchio sotto la Loggia di Palazzo dei Trecento a Treviso.
Curiosità:
Sapevate che esiste la Birra al radicchio rosso? E' un prodotto da anni molto apprezzato sia in Italia che all'estero. In Francia ha spopolato letteralmente. Nata dalla collaborazione del Microbirrificio Casa Veccia di Camalò (Treviso) nella figura di Ivan Borsato e l'Azienda Agricola Nonno Andrea nella figura di paolo Manzan, titolare dell'azienda e presidente del Consorzio di tutela del Radicchio Rosso di Treviso Igp.
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