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di Mariavittoria Sennati

I cibi afrodisiaci: le verdure


Buone notizie per i vegetariani: tra i cibi descritti come “lussuriosi” da Sir Richard Burton ( 1821-1890) le Verdure erano in netta maggioranza. Piselli, fave, rapanelli, carciofi, lattuga, porri e cipolle possiedono tutti, secondo la letteratura, proprietà afrodisiache.

Anche Johann Jakob Wecker (1570 – 1657) credeva fermamente in una dieta vegetariana.: “se un uomo vuole diventare un glorioso soldato di Venere che si armi di questi cibi e soprattutto di radici bulbose che scatenano la lussuria”. Cita inoltre la cipolla bianca, il cui bulbo è il più usato nel mondo. I Babilonesi insegnarono agli Egizi che la cipolla era il simbolo della perfezione e questi ultimi, a loro volta, la venerarono al punto di non mangiarla più. Gli antichi Greci notarono che le cipolle “offuscavano la vista ed eccitavano i sensi” ma anche che la cipolla da sola “non apportava nessun miglioramento se già non si era forti.

Radici vegetali

Gli antichi tenevano in grande considerazione carote e pastinache. Le carote erano talmente considerate nella preparazione di filtri d'amore che i Greci le avevano soprannominate il “filtro vegetale”. Gli elisabettiani le consideravano “coadiuvanti di Venere, del suo piacere e delle delizie dell'amore.

Secondo Orfeo, poi, anche la pastinaca aveva poteri afrodisiaci, soprattutto quella selvatica.

Nel XVII secolo anche all'umile patata venivano attribuiti poteri afrodisiaci e spesso viene citata per questo nei drammi elisabettiani.

Asparago

Coltivato già nel 200 a.C. è considerato un aristocratico tra i vegetali. Cresce spontaneo sulle coste del Mediterraneo e nelle steppe russe.

L'asparago è una “aperta provocazione a Venere”. Gli antichi Romani dicevano:” Fatelo più in fretta di quanto cuocete un asparago”.

Nel XVI secolo Shay Umar Ibn Muhammed Al Nefzawi diceva nel Giardino profumato che l'asparago “con il tuorlo dell'uovo fritto nel grasso, latte di cammello e miele, mantiene viva la virilità giorno e notte”

Tartufi

Sono considerati l'afrodisiaco per eccellenza.

Il Tarfufo è un fungo ipogeo commestibile originario dell'Europa raccomandato appunto come afrodisiaco da Brillat-Savarin, buongustaio francese del XIX secolo e da tutti i cuochi francesi proprio per le sue qualità nelle ricette della haute cuisine.

Le ricette a base di tartufo descritte da Colette possono essere il punto di partenza per un allettante week end tra i boschi di noci del Pèrigord. Per prima cosa Colette descrive “ il vero tartufo, quello nero, il tartufo che si trova nel Pèrigord...” e poi prosegue fornendo dettagliate istruzioni su come cucinarlo: “ Immersi in un vino bianco molto secco, salati al punto giusto, pepati senza esagerare, possono essere cucinati in un tegame di ghisa coperto. Devono danzare per venticinque minuti nel liquido che bolle tra i mulinelli e la schiuma – come Tritoni che nuotano intorno ad una scura Anfitrite – una manciata di striscioline di pancetta, grassa ma non troppo, che daranno corpo al brodo. Nessun'altra erba o spezia. Non gustate il tartufo senza il vino. “

Testo di Mariavittoria Sennati

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